Ecografia del I Trimestre

Scopi e finalità

I motivi per cui viene proposta una ecografia nel I trimestre sono il rilievo di perdite di sangue vaginali e/o dolore pelvico, una eventuale differenza fra lo sviluppo dell’utero rilevato alla visita e volume atteso per l’età gestazionale raggiunta, la datazione della gravidanza in caso di irregolarità mestruali, la richiesta di diagnosi prenatale invasiva, o anche la condizione di gravidanza a basso rischio in assenza di indicazioni specifiche.

Indicazioni particolari sono lo screening per la sindrome di Down o una valutazione dell’anatomia fetale (quest’ultima effettuabile solo presso ambulatori dedicati dotati di ecografi di ultima generazione ad alta risoluzione e da parte di operatori esperti in tale tipo di valutazione).

Mediante l’utilizzo della sonda transvaginale e/o transaddominale, si procede alla visualizzazione dell’impianto della camera gestazionale, alla visualizzazione della presenza dell’embrione/feto e della sua attività cardiaca. Con tale esame può essere effettuata la datazione della gravidanza, la diagnosi di gravidanza gemellare con la determinazione della sua corionicità, e la ricerca di eventuali anomalie uterine e/o annessiali. In presenza di quadri ecografici sospetti (assenza della camera ovulare in utero, sospetto aborto interno, sospetta gravidanza extrauterina) potrebbe essere necessario programmare un esame ecografico in altra data ed eventualmente altri accertamenti (es. dosaggio beta-hCG sul sangue).

Fondamentale con l’ecografia eseguita in questo periodo è la DATAZIONE della gravidanza. Questa consente  di dare una corretta “età” alla gravidanza al fine pianificare i vari controlli alle settimane adeguate, stabilire la data presunta del parto e valutare adeguatamente la crescita e lo sviluppo fetale.

Si fa presente che la diagnosi di eventuali patologie della gravidanza del I trimestre non sempre è effettuabile durante il primo esame ecografico e alcune di queste diagnosi non sono fattibili sempre con elevato grado di affidabilità (es. gravidanza extrauterina).

Fra le finalità per le quali viene effettuato routinariamente tale esame ecografico non è attualmente compreso lo studio dell’anatomia fetale. Tuttavia, se eseguito da personale esperto e con ecografi di nuova generazione ad alta risoluzione, è possibile una prima e fondamentale valutazione della morfologia fetale a partire dalla 12a settimana.

Nell’ambito dello screening per la trisomia 21 (sindrome di Down), tale ecografia deve rientrare nel test combinato del I trimestre (translucenza nucale + bi-test) ed essere sempre effettuata in concomitanza ad un NIPT (test basato sull’isolamento del DNA fetale dal sangue materno), come raccomandato dalle società scientifiche nazionali ed internazionali nonché dai principali esperti in diagnosi prenatale. Queste ultime valutazioni devono essere svolte solo da parte di operatori esperti, accreditati e che siano sottoposti a controlli periodici di qualità.

Inoltre, è possibile eseguire contestualmente a questa ecografia lo screening per la Preeclampsia, al fine di valutare il rischio di sviluppare questa temibile complicanza e attuare le dovute procedure mediche e di monitoraggio della gestazione.

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi. Nel primo trimestre è sconsigliato l’utilizzo del doppler colore o pulsato per la rilevazione dell’attività cardiaca (quindi “ascoltare il battito del cuore dell’embrione“) fino a 10 settimane compiute di età gestazionale

È importante inoltre precisare che l’ecografia ostetrica, da sola, non consente la diagnosi di anomalie cromosomiche (per esempio la Sindrome di Down) e di sindromi genetiche.

Infine, la tecnica ecografica è fondamentale per l’escuzione, nel corso del I trimestre, del prelievo dei villi coriali (villocentesi).

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